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Comune di Mentana

Storia ed Arte

Luoghi di interesse artistico

  • Centro storico 

Caratteristico castello fortificato con il Palazzo Borghese, la Chiesa di San Nicola e i vicoli medievali e rinascimentali. Si conserva:

1. Porta Crescenzio: torre angolare con spigolo smussato il cui coronamento ha beccatelli a becco di civetta. Essa si legava con un settore di mura alla torre rotonda di via del Castello. Qui si trova il tratto più imponente delle mura a scarpa sormontato poi dagli edifici del borgo. La torre la più integra del castello conserva ancora il coronamento a beccatelli e catidoie nonchè il cordone di travertino allo stacco tra la parte inferiore e scarpa e quella superiore cilindrica.

2. Porta San Nicola accesso al borgo costituito da un corpo rettangolare coronato da un apparato a sporgere con beccatelli e merlature di tipo guelfo

3. Chiesa di San Nicola del 200 il cui campanile cuspidato a pianta quadrata con bifore dalle colonnine ottagonali si è impostato su una delle torri circolari a guardia della porta

4. Porta arco cuspidato, unico resto del castello medievale costituito da una parete a blocchetti parallepipedi di tuo in cui si inserisce un bellissimo portare archiacuto con in chiave riquadri per l’inserimento di altro materiale sovrastato da 2 mensole

5. Agli Orsini si deve la costruzione del palazzo baronale sui resti del castello medievale. La facciata si imposta su un altissimo basamento a bugnato con andamento a scarpa, sopra il quale è il primo ordine di finestre connesso con le prese di luce delle cantine. Un cordone di travertino segna il livello del piano nobile con semplici finestre riquadrate che presso l’angolo meridionale si trasformano in una sontuosa balconata. Nel 1594 gli Orsini vendettero il castello ai Peretti, congiunti di papa Sisto V. I Peretti negli angoli tra l’arco e l’architrave aggiungono il motivo araldico dei leoni rampanti che reggono con una zampa tre pere rovesciate, motivo che ritorna anche nel grande stemma di Felice Peretti cardinale di Montalto e poi papa Sisto V Nel 1655 passò ai Boghese cui rimase fino al 1920. n questa fase abbiamo l’elegante Palazzo Santucci, nel cui spigolo è inglobato un busto romano di togato e la sistemazione della piazza con la colonna centrale Ai borghese di deve anche la realizzazione del granaio.

  • Museo Garibaldino

dedicato alla battaglia di Mentana, che conserva i cimeli della Campagna dell’Agro Romano, dalla cravatta nera appartenuta a Giuseppe Mazzini, agli oggetti di una “vendita” carbonara, diverse immagini di Garibaldi di cui la più particolare che lo ritrae in versione mistica, dal famoso fucile Chassepots, alle circa 30 caratteristiche divise garibaldine di colore rosso, nonché diverse lettere e manoscritti autografi e primi registri dei visitatori del museo risalenti al 1905

  • Palazzo Crescenzio-Biblioteca comunale

Una delle testimonianze architettoniche più antiche del borgo di Mentana. Fu fatto edificare nel IX sec. dalla famiglia da cui prende il nome, probabilmente sulle vestigia di un più antico forte militare pertinente alla sede vescovile. La facciata su via Crescenzio presenta semplici prospetti a due ordini di finestre dalle mostre in travertino. Il prospetto a valle è caratterizzato da una torre rotonda facente parte dell’originaria cinta muraria del castello di Mentana. All’interno dell’edificio sono conservati alcuni degli stipiti originari delle porte, un camino e una splendida scala che conduce al piano superiore, tutti in travertino.

  • Antiquarium all’interno della Biblioteca Comunale

Custodisce diversi reperti archeologici rinvenuti sul territorio comunale e provenienti dal sito dell’antica Nomentum, in particolare alcuni interessanti frammenti architettonici e decorativi pertinenti ad una edificio sacro che doveva sorgere in loc. Vigna Santucci, dei quali il più particolare mostra una processione sacra destinata al sacrificio rituale di un toro.

  • Area archeologica della via Nomentum-Eretum in località Tor Mancina (Monterotondo)

Le indagini archeologiche hanno permesso di riportare alla luce un lungo tratto di strada romana pavimentata in basoli di calcare appartenente alla prosecuzione della via Nomentana che, dopo aver collegato Roma a Nomentum doveva proseguire verso nord fino a ricongiungersi con la via Salaria all’altezza di Eretum (loc. Casacotta, nel Comune di Montelibretti). Come era consuetudine nel mondo romano, ai lati della strada, tra il I sec. a.C./I sec. d.C. e il II/III sec. d.C., sono state deposte diverse sepolture, estremamente variegate per rito funerario, dimensioni, materiali utilizzati e status dei defunti.

  • Tomba a camera del Romitorio

V a.C. Loc. Casali all’interno di Villa Dominedò, sul foro dell’antica Nomentum. Tomba ipogea a camera in lastroni che trova confronti con altre tombe a camera analoghe, rinvenute a Paestum, Populonia e Gravina, tutte ipogee, datata alla fine del V secolo a.C. e con valore sacrale non funerario. Potrebbe trattarsi di un sacello dedicato a qualche divinità, oppure una tomba vuota dedicata ad un personaggio mitico, magari il fondatore di Nomentum

  • Castello di Greppe

In prossimità del confine con S. Angelo Romano. La singolare coincidenza del toponimo (Grippina, Greppine nel Medioevo, Greppe in età moderna) rende ipotizzabile che in quest’area fosse ubicata la villa di Agrippina minore (15-59 d.C.), madre di Nerone.

  • Chiesa parrocchiale di Santa Margherita. Loc. Castelchiodato. La più antica chiesa parrocchiale dedicata a Santa Margherita di Antiochia, chiesa con soffitto a capriate a completamente affrescata, purtroppo in pessimo stato di conservazione. Nella Chiesa parrocchiale, in origine forse chiesa del castrum, si conserva il prezioso bassorilievo ligneo (legno di noce) del SS. Salvatore, originariamente dipinto, con la raffigurazione del SS. Salvatore assiso in trono e benedicente e di due figure femminili forse Marta e Maddalena raffigurate l’una in piedi sul trono nell’atto di versargli il balsamo sul capo, l’altra inginocchiata mentre asciuga con i suoi capelli sciolti i piedi di Cristo, dopo averli unti. Di autore ignoto forse del XII-XIII secolo, trova confronti con la tavola del Salvatore nel Duomo di Tivoli. Si è ipotizzato che fosse un dono dei Savelli alla cappella dove doveva trovarsi in origine sul colle San Salvatore, antecedente al 1500.

 

Luoghi di interesse naturalistico

  • Riserva Naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco. Si estende tra la valle del fiume Tevere e i Monti Cornicolani, con andamento prevalentemente collinare, con vaste aree destinate a pascolo e a uso agricolo. L’area è tutelata sia per il valore botanico dei suoi frammenti forestali che per l’intenso carsismo che si manifesta con grotte, inghiottitoi, “sventatori”, doline. Fra queste ultime spicca il Pozzo del Merro, la dolina di crollo più profonde del mondo (circa 80 mt dal piano campagna e ulteriormente esplorato fino ad una profondità di 310 mt). Di notevole importanze le diverse cisterne romane presenti all’interno del Bosco di Gattaceca, unica testimonianza visibile delle numerose fattorie romane a scopo produttivo che costellavano la zona in epoca imperiale.
  • Riserva Naturale Nomentum che comprende Parco Trentani, la Valle Cavallara e la Macchia Mancini fino a fonte Capretta, antico fontanile restaurato, a cui gli animali andavano ad abbeverarsi.

 

Materiale fornito da:  Sara Paoli (archeologa)

                                    Tiziana Sgrulloni (archeologa)