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Comune di Mentana

Storia (conoscere le origini)

Relazione tecnica sulla storia e i beni culturali e ambientali di Mentana

Le fonti archeologiche documentano un abitato in località Casali, frequentato sin dall’Età del Ferro, già definito urbanisticamente nel IV sec. a.C., con l’impianto di una cinta muraria e appartenente al popolo dei Latini.

Nel 338 a.C. il centro di Nomentum viene conquistato dai Romani a seguito della sua ribellione a Roma insieme alle altre città della Lega Latina, alle quali si era unita nel V sec. a.C.

Questo processo di conquista può dirsi definitivamente completato nel 290 a.C., cinquant’anni dopo la presa di Nomentum, quando il console Manlio Curio Dentato, con una guerra lampo, sottomette tutta la Sabina.

Nomentum riceve la qualifica di civitas optimo iure, diviene un municipio retto da un dittatore romano e viene inserita in una delle tribù limitrofe, forse la Cornelia.

Il municipio romano di Nomentum è localizzabile nell’area urbana di Casali, all’altezza del km 21.500 della via Nomentana, come mostra la Tabula Peutingeriana, carta itineraria risalente al IV sec. d.C. L’impianto urbano della città è stato appositamente studiato per essere inserito nel contesto morfologico originario, caratterizzato da un andamento collinoso con quote molto basse che superano appena i 200 m s.l.m. L’urbanistica della città romana si è completamente adattata a tale situazione geo-morfologica utilizzando la collina di Montedoro come arce ed inserendo il foro nella sella del Romitorio. Il tracciato della via Nomentana corre, invece, nel pendio alla base di Montedoro sopra il Fosso Trentani e nella sella dell’Immaginella dove era delimitato da una necropoli di età repubblicana ed imperiale. La collina di Vigna Santucci ospitava, infine, un‘area sacra di grande importanza.

A seguito della conquista romana, l’unica realtà urbana del territorio è rappresentata dal municipio di Nomentum, mentre nelle terre appena assoggettate sorgono nuovi insediamenti tutti pertinenti a fattorie o villae rusticae, che perdurano fino all’età tardo-antica.

Notevoli sono le testimonianze della diffusione del cristianesimo: la creazione della Diocesi di Nomentum è testimoniata dall’inizio del V secolo a.C., rappresenta la più antica tra quelle che confluirono solo in seguito nella Diocesi della Sabina e poteva vantare un numero davvero considerevole di santuari martiriali paleocristiani, come racconta la passio dei SS. Primo e Feliciano, datata al V-VI secolo d.C.

La tradizione vuole che la città venne definitivamente distrutta dal re longobardo Liutprando (712-744 d.C.); tale dato rimane tuttora un ipotesi ed è collegato allo spinoso problema relativo all’abbandono di Nomentum ed al trasferimento della sede cittadina 1.5 km più a nord, dove ancora oggi sorge il castello di Mentana, a maggior distanza dalla via Nomentana, in posizione meglio difendibile.

Nell’VIII secolo con l’istituzione dei ducati al posto delle antiche provincie romane, il nostro territorio ed in particolare la Sabina viene divisa in due: la Sabina Romana e Sabina Longobarda. Il confine tra i due ducati si pone al XVII miglio della Salaria sul torrente che da Palombara scorre fino al Ponte del Grillo sul Tevere. Mentana si trovava, quindi, sotto il controllo del papa (Patrimonium detto Romania) distinto da quello Sabinense di pertinenza longobarda. Soltanto con la donazione di Sutri (728 d.C.) ad opera di Carlo Magno tutto il territorio sabino longobardo diventa di proprietà della Santa Sede, dando inizio al futuro stato della chiesa.

Questo carta fu la conseguenza di un importante avvenimenti che vede protagonistica in prima persona il territorio in esame: dopo la donazione della Sabina alla Santa Sede, Carlo Magno decide di incontrarsi nel famoso anno 800 o ancora nel 799 d.C. con Papa Leone III apud Nomentum, prima di dirigersi a Roma per essere incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero la notte di Natale del 800 d.C. nella Basilica di San Pietro.

La nuova sede cittadina, denominata inizialmente come la strada principale che tutt’oggi ancora l’attraversa, Nomentana, già nel XV sec. fu detta Lamentana, fino a divenire, per l’interpretazione della prima sillaba come articolo, Mentana.

Il castello fortificato risulta legato in primis alla potente famiglia dei Crescenzi. A Nomentana ebbe i natali Giovanni Crescenzio detto Nomentanus che capeggiò i romani nella lotta contro l’impero e la chiesa e che dopo aver deposto papa Gregorio V fu assediato in Castel Sant’Angelo dall’imperatore Ottone III e decapitato il 20 aprile del 998 d.C.

Alla caduta dei Crescenzi può essere connessa la decadenza del castello, che nel 984 perse la sede vescovile e fu associato alla diocesi di Forum Novum (Vescovio). Nel 1058 i Crescenzi sostennero l’antipapa Benedetto X, cosicché nel 1059 i Normanni di Roberto il Guiscardo, chiamati dal pontefice Nicolò II, saccheggiarono il centro riducendolo ad un semplice villaggio.

Dopo questo episodio Mentana divenne un possesso dell’Abbazia di San Paolo.

Concesso per qualche tempo (XIII-XIV sec.) ai Capocci, nel 1407 il centro passò agli Orsini. Ne seguì uno scontro tra questi ultimi e papa Innocenzo VIII, le cui milizie, guidate da Roberto Sanseverino, nel 1485 riuscirono ad occupare il castello. Nel 1486 Mentana fu rasa al suolo, per ordine del papa. La città, o quanto di essa rimaneva, passò allora alle dirette dipendenze della Camera Apostolica, che tuttavia, dopo un trattato di pace, la restituì agli Orsini.

Nel 1552 si realizzano i primi statuti di Mentana dovuti a Camillo Orsini, personaggio di grande cultura che provvide anche all’edificazione di un ospedale. Agli Orsini si deve la costruzione del palazzo baronale sui resti del castello medievale. La facciata si imposta su un altissimo basamento a bugnato con andamento a scarpa, sopra il quale è il primo ordine di finestre connesso con le prese di luce delle cantine. Un cordone di travertino segna il livello del piano nobile con semplici finestre riquadrate che presso l’angolo meridionale si trasformano in una sontuosa balconata.

Nel 1594 gli Orsini vendettero il castello ai Peretti, congiunti di papa Sisto V. I Peretti negli angoli tra l’arco e l’architrave aggiungono il motivo araldico dei leoni rampanti che reggono con una zampa tre pere rovesciate, motivo che ritorna anche nel grande stemma di Felice Peretti cardinale di Montalto e poi papa Sisto V.

Nel 1655 passò ai Boghese cui rimase fino al 1920. A questa fase si deve la costruzione dell’elegante Palazzo Santucci e la sistemazione della piazza con la colonna centrale di riuso, opera dell’architetto di famiglia Antonio Asprucci.

Il 3 novembre del 1867 Mentana fu teatro della storica battaglia a conclusione della Campagna risorgimentale dell’Agro Romano per la liberazione di Roma voluta da Giuseppe Garibaldi. I volontari garibaldini furono sconfitti dai pontifici e dai francesi accorsi in difesa di papa Pio IX.